Quale che sia il vostro caso, se è da tanto che lo fate avete sicuramente assistito alla trasformazione del modo di farlo e degli strumenti usati.
Mia nonna che fra qualche giorno compie 90 anni, mi raccontava di un'infanzia fatta di pennino e calamaio, calamaio che anch'io ricordo ancora incastonato in qualche vecchio banco delle elementari degli anni '70 (per il pennino no, sono troooppo giovane ;-D). A quei tempi era già arrivata la penna a sfera ma nulla lasciava presagire la rivoluzione portata dai computer nei decenni successivi.
Prima gli home-computer come il mitico Commodore 64 e dall'altra parte della barricata lo ZX Spectrum, poi i cosiddetti PC IBM-compatibili, ed infine il computer per antonomasia dedicato al desktop publishing, il Macintosh, tutti loro in qualche modo hanno sicuramente modificato il vostro modo di scrivere.
Niente più scrittura a mano o con la macchina da scrivere, o almeno, non solo quella, niente più fogli buttati nel cestino e da riscrivere per intero, è il tempo del copia-incolla, dei blocchi di testo spostati in qua ed in là nel documento, è tempo di margini, allineamenti, intestazioni, piè di pagina e anteprime di stampa.
Se tanto fermento cambiò il modo di scrivere, non cambio il mezzo con cui si usufruiva del risultato: perché alla fine di tutto un percorso e qualunque fosse stato lo strumento utilizzato, l'output era immancabilmente, inevitabilmente, su carta. Le schede grafiche non arrivavano alle risoluzioni attuali, 800x600 pixel era già elevata, e non era ancora il tempo dei monitor LCD.
È con il nuovo millennio che arriverà tutto ciò ma sopratutto, esploderà la comunicazione personale.
Dopo i primi cellulari grandi come cabine telefoniche e pesanti come piombo, con i loro piccoli schermi e gli sms (Short Messagge System) da 160 caratteri, arrivò il Web con i post, blog, wiki ed i nuovi strumenti dello scrivere affiancarono quelli vecchi.
Infine il Web 2.0 dei giorni nostri.
Si è ragionato molto su cosa fosse il Web 2.0. Le parole che secondo me meglio ne illustrano il significato sono “Web sociale”. È arrivato il momento del sempre connessi, dei network come Facebook, Twitter, e anche la scrittura ne ha risentito. Non è più un fatto personale, è un evento condiviso e gli strumenti per scrivere si sono portati a questo nuovo livello.
Ma quali sono questi strumenti? Ed è qui che entra in campo il libro di Luca Lorenzetti - "Scrivere 2.0", edito da Hoepli.
“Scrivere 2.0” è un viaggio attraverso gli strumenti, servizi e applicazioni che la Rete mette a disposizione di chiunque scriva, tanto per diletto quanto per lavoro.
Come sottolinea l'autore sin dal primo capitolo, il libro è un manuale su come utilizzare il Web per scrivere, non su come scrivere per il Web. Usando come filo conduttore lo schema di produzione di uno scritto che in genere richiede tre diversi fasi:
- organizzazione del lavoro, con una lista delle cose da fare e la raccolta del materiale che ci servirà per scrivere,
- la scrittura vera e propria,
- la condivisione di quanto è stato scritto,
Di tutto ciò Luca Lorenzetti non si limita solo a farne un elenco. Ci sono anche le modalità d'iscrizione a questi servizi, esempi d'uso quotidiano, interviste a personaggi della rete e non sull'uso che loro ne fanno.
In più l'autore ha scelto, cosa che ho apprezzato molto, servizi e applicazioni gratuite, cosa che da ancor di più la possibilità a chiunque di accedere a questi strumenti e dare libero sfogo alla proprio creatività senza essere frenati da questioni di budget.
Tutti i servizi analizzati sono soprattutto online e quindi utilizzabili anche solo con un browser. Se questo semplifica molto le cose, lavoriamo partendo sempre dallo stesso punto, il browser appunto, porta anche alla necessità, e l'autore evidenzia sin da subito questo punto, di essere sempre collegati ad Internet. È una cosa da tener presente se si vuole lavorare anche offline, basta organizzarsi.
Ok, mi fermo qui, ma nel prossimo ed ultimo post "Scrivere 2.0 - un libro di Luca Lorenzetti, 2a parte" vedremo il libro in dettaglio.
Ciao ciao.
GdS
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